domenica 24 ottobre 2010

Storie...

Una linea precisa che unisce il ricordo all'irreale... qualcosa che si risolve nella mia mente all'interno di quella dimensione che contempla lo spettrale. E' una fotografia di metà 900 appesa ad un muro: l'interno scuro di una chiesa con dieci vecchie in gramaglie inginocchiate, alcune nitide, altre visibilmente sfocate come se le particelle di materia, per eccessiva tensione, si fossero stemperate nell'aria creando un'aurea grigiastra e densa. Ne riconosco qualcuna: la nonna di un mio amico d'infanzia, ha i capelli bianchi, sua figlia emigrata in Francia una volta mi regalò due franchi. C'è anche quella vecchia napoletana che aveva l'orto accanto a quello di mio padre, se non sbaglio si chiamava Maria.. la chiamavano l'Ancileddu... per colazione ricordo che mangiava latte e ceci seduta sull'uscio di casa. Era minuta, esile, piegata in avanti a descrivere una curva a guscio di noce nella sua pelle bruciata ormai troppo larga che, a livello del collo, le si rattrappiva in un alveare di rughe che io ricordo come bluastro. Spettro è il ricordo delle persone morte che piano piano vengono dimenticate, quello che riflette sfumature di identità schiarite nel tempo e non ancora perse. Qualcosa ancora la conservo... come un fantasma, attraverso uno specchio, mi saluta da una fotografia.

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