venerdì 28 settembre 2012

Le pagelle: RICK OWENS SPRING SUMMER 2013


Basìti. Owens realizza il miracolo. Una delle più belle collezioni in assoluto di questo giro infinito di defilé sfila davanti agli occhi sgranati di mezzo mondo: Owens abbandona la sua oscurità per una luce chiarificatrice e dorata. Non poteva andare meglio, dall'inferno direttamente in un paradiso di schiuma e di cemento.
Prendendo spunto dal movimento secessionista, la silhouette voluta da Rick, eburnea, fatata, sostanzialmente gotica, si immerge in una luce d'oro cangiante, nelle leggerezze aerostatiche degli abiti paracadute, immensi nei loro volumi lasciati in balia del vento, nelle trasparenze condom di cappe e trench di plastica. Tendendo la mano a Klimt, Owens costruisce volumi liberi di animarsi nelle diverse lunghezze: l'outfit si struttura per sovrapposizioni di capi in un'escalation determinata a raggiungere una perfezione formale che ha dell'incredibile. Il bagliore continuo e le tinte pacifiche dei grigi, degli ecrù, dei dorati sopraffini, del beige, trovano l'unica cesura nel nero e nell'antracite (sempre cangianti, marezzati) che giungono come retaggio di un'esperienza che sembra ormai lontana.
Cascante, morbida, coglie un divenire divino, rarefatto: ogni capo abbandona (non integralmente) la sua tendenza all'angolo acuto per una linea più dolce, un abbandono romantico e lirico che ci vede beati davanti alla rivelazione del bello. Commovente, è un tuffo al cuore. Una lode non basta.

1 commento: